In accordo con la Carta geologica di Capo San Vito si tratta di calcari con un vario contenuto in fossili tra cui spiccano i Crinoidi, una classe di organismi di forma molto elegante, bentonici (=fissati sul fondo del mare), appartenenti al phylum degli Echinodermi, come anche i ricci di mare e le stelle marine ed il cui nome significa “a forma di giglio” per la notevole rassomiglianza a questo fiore.
Da qui parte il sentiero che si inerpica verso un valico, senza nome nella cartografia, che nel tratto finale è stato completato con muretti a secco, noto in loco come scaletta di Frassino.
Giunti in cima si gode di un suggestivo panorama che spazia dal Monte Cofano fino al Monte Monaco ed il promontorio di Capo San Vito. Si prosegue in direzione ovest costeggiando dei muretti a secco e poi un muro in tufo fino alla portella Cipollazzo. Qui si trova l’inizio dell’omonima gola nota agli appassionati di speleologia e torrentismo. Proseguendo sull’altra sponda si arriva alla sommità di Pizzo Corvo passando attraverso una fitta vegetazione in cui spiccano degli esemplari di euforbia, chiamata camarruni in dialetto.
Da questo punto è possibile osservare bene come le Rocche hanno un aspetto che in geomorfologia viene chiamato cuesta. Si tratta di rilievi non simmetrici con un andamento tabulare monoclinale, che presenta da una parte una scarpata ripida, chiamata fronte (le Rocche) e dall’altra un tavolato debolmente inclinato nel senso opposto, chiamato dorso. Molto bello è il contrasto cromatico tra la fronte, rocciosa, di colore rossastro e il dorso ricoperto dal verde della vegetazione erbacea ed arbustiva.
Poco oltre si trovano i resti di alcuni muretti e di alcune case coloniche da cui inizia un sentiero, delimitato a sinistra da un grande pinnacolo roccioso, che è conosciuto come scaletta di Maruzza.
Ritornando in basso, lungo la strada lungomare si giunge ad una bella cala ciottolosa, che interrompe la continuità delle rocce calcarenitiche, la quale geometricamente è in continuità con la gola del Cipollazzo.
La situazione attuale è stata originata dall’azione tettonica che hanno agito in questa zona: originariamente una faglia orientata in senso nord-sud ha formato il torrente che sfociava direttamente in mare, rilasciando i ciottoli, in seguito un'altra faglia con orientazione est-ovest (quindi perpendicolare alla precedente), di tipo diretto, ha sollevato il lato verso terra ed abbassato il lato verso mare, formando queste pareti di roccia (le Rocche) e interrompendo la continuità del torrente così che si è formata questa spettacolare valle sospesa.
Dalla cala si prosegue verso l’interno oltre Casa Polisano, arrivando alla base delle pareti rocciose dove si trova una grotta ed accanto un percorso attrezzato per l’arrampicata libera (=free climbing) chiamato “i monti di Marte”.
Al ritorno, alla propria destra, in prossimità di Casa Spadazzo, è degna di visita una piccola collina ricoperta da una densa vegetazione in cui si trova una piccola necropoli con alcune tombe a fossa scavate nella roccia.
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